COMPRENDERNE IL PROBLEMA PER PROPORRE SOLUZIONI EFFICACI
Segnali di calo della domanda iniziati nella seconda metà del 2008, sono diventati addirittura veri e propri crolli, gli effetti della bolla speculativa si sono sommati al calo della cosiddetta domanda primaria: assume forte rilievo la valutazione degli incrementi demografici e l’incidenza dei flussi migratori.
La domanda primaria potrà avere una forte componente di crescita solo nell’incremento dei flussi migratori.
Le presenze di stranieri in Italia calcolate in 3.432.651 di residenti nel 2007, si stima che raggiungano nel 2017 tra i 5.635.900 e i 7.319.000; il flusso migratorio interesserà prevalentemente individui tra i 18 e i 40 anni. (Stime CRESME)
Il calo della domanda primaria è evidenziato dal fatto che nell’arco dei prossimi anni è previsto un incremento medio di famiglie all’anno circa la metà di quello che è stato l’incremento nel quinquennio 2002-2007.
La capacità di accesso alla proprietà si è peraltro fortemente ridotta negli ultimi anni: cresce il numero di famiglie povere, “appena povere”, “abbastanza povere” di contro, l’incremento dei valori immobiliari negli ultimi anni è stato notevole.
E’ cresciuta la rappresentanza di chi “ non è in grado di farcela “: nuove famiglie con redditi medio-bassi, giovani senza occupazione in aumento, ripercussioni sociali in famiglie all’interno delle quali c’è chi ha perso il lavoro.
L’analisi della domanda a livello territoriale, può consentire di individuare diverse fasce di accesso al bene casa a seconda delle condizioni economiche. Una nuova politica da parte dei soggetti pubblici deve intrecciarsi con un ruolo attivo delle rappresentanze sociali e imprenditoriali per rilanciare interventi volti a contenere i costi di produzione e quelli di acquisizione delle aree, per intercettare i segmenti più deboli della domanda di acquisto ed in particolare ampliare l’offerta dell’affitto.
Le statistiche dicono che vivono in abitazioni in affitto circa il 22% delle famiglie italiane ed il 74% delle famiglie straniere.
Considerata la previsione di un consistente incremento del flusso migratorio, come abbiamo sopra ricordato, la possibilità di dare risposte adeguate per quanto riguarda l’affitto rappresenta oltre che lo strumento adatto per i bisogni rappresentati anche un mezzo per una integrazione sociale sempre più necessaria se vogliamo scongiurare il ripetersi di episodi ai quali purtroppo abbiamo dovuto assistere anche nel nostro Paese. Nonostante la riduzione del fabbisogno abitativo, la crisi sta accumulando domanda: i dati del fabbisogno pregresso sono ancora alti, ma cambia la segmentazione della domanda, cambiano le esigenze e la capacità di accesso alla casa, anche in relazione al territorio di riferimento.
Una cooperativa di abitanti come la nostra si sente pienamente coinvolta rispetto alle tematiche sopra esposte, perseguendo un’idea di società solidale che si traduce in una visione di trasformazione ispirata a principi di coesione ed integrazione sociale.
Riteniamo peraltro, con molta modestia, di aver già dato prova di essere in grado di apportare un nostro importante contributo.